Memoria e movimento


CIAOO!!

Ricordo  che lo scorso anno per imparare la battuta dall’alto ho dovuto provarci e riprovarci tantissime volte; il mio allenatore mi suggeriva di ripetere i vari passaggi mentalmente prima di battere e così facendo alla fine sono per me diventati automatici.




In generale, all’inizio di un’attività sportiva, quando non si è mai provato un movimento si procede per tentativi e pensando a tutti i dettagli dell'esecuzione (la battuta di pallavolo: piede sinistro avanti, busto inclinato, lanciare la palla e poi colpirla dopo aver ben caricato il braccio etc..): la tecnica si basa su movimenti parziali volontari, nei quali l'eccessivo controllo del'attenzione li rende impacciati, disarmonici, faticosi; il principiante sembra rigido, il gesto poco fluido, il suo Sistema Nervoso Centrale, non avendo esperienza del gesto, non conosce la corretta successione degli interventi muscolari che lo determinano, non riuscendo a realizzare la contrazione e la decontrazione della muscolatura nei tempi giusti e alla giusta intensità, contrae più muscolatura di quanto è necessario.


Man mano che si diventa esperti, il movimento diventa sempre più automatico, facile ed elegante, lo facciamo pensando non più allo schema fondamentale ma a certi particolari o ad un obiettivo superiore (a dare effetto alla palla, a fare un tiro più potente o ad indirizzarlo in un punto preciso), orbene lo schema si è automatizzato mentre il controllo di certi dettagli è volontario: la volontà interviene solo se decide di interromperlo, mutarlo, accelerarlo o rallentarlo.



Nella pallavolo è molto importante la gestione del controllo dei movimenti e della coordinazione: queste due necessità sono controllate dal sistema nervoso che recepisce gli stimoli (esterni ed interni) li invia al cervello o al midollo spinale, li elabora, da risposte adeguate e le invia agli organi interessati. 

Queste funzioni possono avvenire in modo volontario o involontario.

I movimenti, infatti,  si dividono in volontari, involontari e riflessi. La nostra esistenza è regolata in ogni momento da fenomeni riflessi, cioè di reazione a uno stimolo. Le posizioni che assumiamo, in piedi, seduti, etc.., sono il risultato di contrazioni riflesse dei nostri muscoli.

Per movimento volontario si intende quello che viene voluto e regolato nei dettagli da una rappresentazione mentale cosciente, la quale pensa costantemente alle varie fasi, ai movimenti parziali dell'intero gesto.  La sede della sensibilità volontaria è la corteccia celebrale.


Il movimento involontario é quello che può essere eseguito con disinvoltura e perfezione, anche pensando ad altro; inizialmente è volontario, dopo migliaia di ripetizioni si automatizza e viene immagazzinato stabile nella memoria. La sede del movimento involontario è il midollo spinale.

Ma come fa uno stimolo a raggiungere il cervello o midollo spinale?

Un impulso nervoso, stimolo o risposta, viaggia lungo ogni neurone sotto forma di impulso elettrico.











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